Pierluigi Parisi


Francesca Mele, Le Opere della Misericordia, 2019, (opera donata a Papa Francesco)

L’emergenza migratoria del Mediterraneo. Estratto dalla prima rivista elettronica italiana di metodologia giuridica

8. Francesca Mele
Artista figurativa italiana nel cui stile timbrico si stratifica la storia dell’arte europea, Francesca Mele ha dedicato recentemente alcune sue opere alla tragedia
della migrazione nel Mediterraneo.

Le opere di Misericordia, un olio su pioppo di formato quadrato 125 x 125 cm, è stato realizzato nel 2019. La facciata di un palazzo classicheggiante, la profondità di un paesaggio lontano, il mare e i molti volti e i molti gesti umani si fondono e si tengono insieme in una rappresentazione naturalistica e surrealista allo stesso tempo: ad essere rappresentato non è il mero paesaggio oggettivo, ma il paesaggio del fenomeno umano nella sua complessità e pluralità. Attraverso un arco a sesto ribassato che lascia intravedere un paesaggio marino e collinare, forse per nulla contaminato della forza della tecnica umana, si presenta una fila di persone che disegnano una parabola nella metà inferiore dell’opera. L’attenzione all’aspetto compositivo dell’opera è straordinaria: le lesene scandiscono regolarmente gli intervalli verticali, mentre il fascio di luce che penetra all’interno dell’arco e i volti delle persone tracciano due diagonali simmetriche che si spezzano sull’estremo di destra della linea orizzontale mediana del quadro. La
luce accompagna i migranti e si poggia su di essi dall’alto verso il basso, le figure
umane, per contro, tratteggiano un moto ascendente che va dai più afflitti, non
ancora ristorati, alla coppia di madre-figlio avvolti nella luce. Le linee, le
traiettorie, la luce e le ombre sono simboli trasfigurati della parabola esistenziale
umana e della grazia divina. In primo piano è raffigurata la tragedia del naufrago e
la bellezza del salvataggio. Un giovane con un gilet rosso (forse un rimando al
salvagente?) accende il centro dell’opera e tenta di strappare delle buie acque
dell’abisso il corpo di un naufrago che ha la stessa posizione di Cristo sulla croce.
Mele rappresenta una crocifissione orizzontale, ci invita a riconoscere Cristo nel
naufrago annegato. Il richiamo al Vangelo non si esaurisce qui: un uomo dà da
bere ad un assetato, i “grandi” (qui le donne) accolgono e confortano i “piccoli”
(qui i bambini). Colpisce inoltre la figura del bambino sulla sinistra: innocente,
vestito di bianco, porta con sé un leggerissimo velo candido, sorride alla vita e
corre in una direzione inedita, solitaria, ancora tutta da scrivere e da descrivere. È
baciato dal sole, vive. Si lascia la sua ombra alle spalle: ma da quale luce è
illuminato il bambino?

Pierluigi Parisi. (© L’Ircocervo 368)

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